Dopo la vittoria importantissima al Manuzzi di Cesena dove ha fornito anche l’assist a Lores Varela nell’occasione del primo gol, torna a parlare in casa Ascoli Picchio il capitano Daniele Buzzegoli, faro del centrocampo bianconero di questa stagione.

Buzzegoli, tra la vittoria di Cesena e l’arrivo del Palermo, com’è il morale della squadra?
Sabato cercheremo di confermare quello che di buono fatto in questo periodo, sin dalla gara col Frosinone, ma anche dare continuità nel post Cesena. Il Del Duca deve diventare un fortino, lo ripeto sempre. Quello che è cambiato tra Frosinone e Cesena è stato poco, soltanto che siamo stati più cinici.

Quello che è cambiato, tuttavia, è stato il modulo di gioco..
Si, con il centrocampo a tre sicuramente i difensori si sentono più coperti. Io trovo benefici in fase di possesso, sono un po’ più lucido quando ricevo palla perché devo correre di meno in fase di interdizione perché meno è il campo da coprire. In questi anni ho giocato con tanti moduli, alla base c’è sempre l’atteggiamento, la prima cosa è essere in partita: esserci con la testa e con le gambe. Stiamo migliorando molto le rotazioni in mezzo al campo e questo ci permette di non essere ripetitivi nelle giocate, trovando alternative.

Sabato arriva il Palermo. Come stiamo preparando la gara?
Rispetto di tutti e paura di nessuno. Loro hanno mantenuto intatto l’organico, giocatori da Nazionale che sono scesi dalla Serie A e la squadra ha quasi l’obbligo morale di vincerlo questo campionato. Noi ce la dobbiamo giocare. Molto probabilmente se sbagli te la faranno pagare, ma allo stesso tempo cercheremo di non sbagliare.

Com’è stato il tuo inizio di campionato?
Personalmente sono contento, mi sento al centro del progetto tattico. Sono uno di quei giocatori che se sta cinque minuti senza toccare la palla inizia a perdere la bussola.

Il campionato di Serie B, invece è iniziato nell’ottica dell’incertezza..
Questo è un campionato davvero livellato: Frosinone, Empoli, Palermo e Perugia hanno qualcosina in più al livello individuale, ma noi siamo l’esempio lampante che con una buona fase di non possesso si può fare davvero bene.

Hai gradito la tifoseria nella trasferta di Cesena?
Molto, ma devo dirla tutta. Sono arrivato qua ed ero quasi un po’ spaventato dall’aggressività della piazza, una tifoseria che pretendeva molto, ma ho visto che il tifoso dell’Ascoli non chiede tanto, solo aggressività e una prestazione degna. Ci hanno applaudito anche quando abbiamo perso, sono davvero maturi. Rivedono nella squadra le loro caratteristiche: gente che non molla e la voglia di fare risultato.

Com’è vivere con la fascia da capitano?
Non credo che un capitano abbia dei diritti particolari ma neanche dei grandissimi doveri: voglio essere una guida per i giovani ma non a parole bensì con l’esempio in campo e negli allenamenti. A Mengoni riconsegnerò la fascia quando tornerà, lo stiamo aspettando ed è giusto che sia così.

La squadra bianconera è piena di giovani speranze. Clemenza su tutti ma anche altri. Crescono bene questi ragazzi?
Dai giovani vogliamo la loro sfacciataggine, chiediamo questo ed è giusto che sia così. Clemenza può fare qualsiasi ruolo, è un ragazzo che ha una tecnica di base importante così come il suo sinistro. Può fare il regista. Ora come ora, data l’età, a lui piace anche fare la giocata fine a se stessa e in quel ruolo specifico questo tipo di giocate possono essere delicate. Lo vedo anche io, quando sbaglio un passaggio durante la fase di possesso la squadra è aperta, quindi molto spesso un mio errore porta comunque la squadra avversaria al tiro. Ripeto, può farlo e lo farà, la crescita sarà graduale.

A quando la prossima grigliata?
Non subito, siamo scaramantici. Dopo la grigliata, sempre giocando bene, non abbiamo fatto punti quindi molto probabilmente per adesso non si mangerà più così spesso insieme.