Tre. Il numero, il fattore, il comune denominatore di Ascoli-Venezia. Ciò che salta agli occhi, di primo impatto, sono sicuramente i tre gol fatti dal Picchio. Si sblocca Favilli in campionato dopo 926 minuti, da quell’Ascoli-Frosinone dello scorso 8 Aprile. Non contando le partite dove non è sceso in campo causa impegni con le Nazionali, Favilli non ha segnato per 12 gare. Ora si è sbloccato, al 7′ del secondo tempo, esattamente 3 minuti più tardi del gol di Carpani (al 4′ minuto della ripresa), per poi raddoppiare al 17′. Bene, benissimo, ma il tre è anche un numero difettivo in matematica e tre sono state le defezioni in difesa nei gol presi.

Tre passi indietro? Non per intero, sarà banale ma è così. Certo che, dopo aver realizzato ben tre clean sheet, prendere tre gol su qualche disattenzione di troppo può far pensare a qualcosa che non ha funzionato. Sicuramente l’uomo in maggiore difficoltà è stato Pinto che, dopo la buona prova di Salerno e i minuti contro il Cesena, nella sua terza presenza con la maglia bianconera mette sul piatto della sfida contro il Venezia una prestazione dove perde il duello con Falzerano. Non è bastata su quella fascia la stragrande voglia di Nacho Varela di dare una mano in fase difensiva (7 contrasti per lui in partita, il migliore in questo caso). Forse il giocatore che davanti ha combinato quasi di meno, o per lo meno le sue scelte sono state troppo testarde. In un paio di occasioni, ‘Nacho’ poteva gestire il pallone con cross o scarico dopo il primo dribbling, ma non lo ha fatto. Cosa che invece ha fatto splendidamente Luca Clemenza sulla fascia destra, uno che ha la maggiore percentuale di passaggi riusciti in gara insieme a Marsura. Clemenza ha confezionato con una giocata veloce il primo gol di Favilli e almeno un paio di situazioni pericolose su altrettanti inserimenti di Carpani. Ma è anche giusto che a Varela si chieda di fare quelle giocate, in modo che la fantasia che scaturisce dalla sua testa sia sregolata e per questo incontrollabile. Come dire: “Mister, cosa fa Varela?”. Risposta: “A volte non lo so, non lo sanno i compagni, ma non lo sanno neanche gli avversari”. Anche per questo, c’è da sottolineare come lui stesso, oltre a vincere la classifica dei contrasti, vince anche quella dei tiri in partita

La partita è stata oggettivamente ‘bella’, aggettivo che più banale non si può ma che sicuramente descrive al meglio la sensazione dopo Ascoli-Venezia. La squadra gioca, i bianconeri ci sono. La convinzione che serpeggia è comunque quella che il lavoro di Fiorin e Maresca stia portando ad una crescita costante settimana per settimana, in tutti i reparti. Si può dire un’altra cosa banale? Se si gioca così i punti arriveranno, sicuramente. E con questa sono tre di banalità. Tre, il numero perfetto.

Matteo Rossi

[Foto Ascoli Picchio S.P.A.]