Consolate, consolate il mio popolo…” (Is.40,1)

Isaia si rivolge ad un popolo sconfortato, che ha perso la fiducia e che constata come le promesse di Dio non si siano realizzate. È in questo contesto che Isaia profetizza, consola, invita a disegnare una strada che non ceda alla disperazione, che non si arrenda.

Consolare è “far respirare”, far tirare il fiato in una situazione di dolore, di paura, aiutare una persona oppressa, schiacciata, al punto da non poter più a respirare nuovamente. La consolazione di Dio non è paragonabile ad una semplice pacca sulle spalle, ma al principio di una nuova creazione. Dio, consolandoci, ci ricrea, ci fa passare da una situazione di morte ad una di vita, da una situazione di schiavitù alla libertà. 

Consolate… parlate… dite… verbi al plurale, che sento come invito esplicito rivolto alla nostra comunità diocesana. “Consolate”: ciascuno di noi e insieme. Consolate il mio popolo – dice il vostro Dio – E dentro quel “vostro” ho sentito tutta la forza di una relazione che dà vita. Quella relazione che palesa come Dio non ci abbandoni mai, anche quando cediamo allo scoraggiamento più nero e ci sembra che la nostra fatica non debba terminare mai.

Come già annunciato, desidero avviare nei prossimi mesi la visita pastorale alla Diocesi. La visita è per me un’occasione privilegiata per stare con voi, per ascoltarvi e per camminare insieme.

Gesù, che tra qualche settimana festeggeremo bambino, è la fonte prima della fede che mai deve venire meno, neppure di fronte agli avvenimenti più tragici. Egli sa trarre il bene dal male ed inquietare i cuori più chiusi, affinché si aprano alla verità, al perdono e alla pace. È con questa convinzione che vengo a trovarvi nei luoghi della vostra vita quotidiana per confermare la vostra fede.

Approfittiamo di questo tempo di Avvento per riscoprire Dio che viene a consolarci, che viene a condividere i nostri momenti di fatica e di voglia di speranza. Perché il nostro Dio ha scelto di stare con gli ultimi, e noi siamo tutti un po’ ultimi. Togliamo la polvere che si è depositata sulla nostra relazione con Lui e riscopriamo il suo volto. Rimettiamo in allenamento il nostro cuore perché sia disposto ad ascoltare la Sua voce e a riconoscerla tra tante.

Buon Avvento.