“Non abbiate mai paura dell’ombra. È lì a significare che vicino, da qualche parte, c’è la luce che illumina”. Con questo messaggio di Ruth E. Renkel l’Unione italiana ciechi e ipovedenti aderisce alla Giornata internazionale contro la violenza di genere. Un momento che per le donne dell’Unione ha un doppio significato. “Perché violenza, in molti casi, vuol dire anche indifferenza – spiega Augusta Tomassini, referente Uici Marche per le Pari Opportunità -. Nonostante l’attenzione verso questo fenomeno sia cresciuta negli ultimi anni, resta ancora nell’ombra la violenza rivolta alle donne con disabilità, vittime di una discriminazione multipla”.
“Le donne con disabilità – sottolinea Alina Pulcini, presidente dell’Uici Marche – sono spesso considerate asessuate, con tutto quello che questo tipo di discriminazione si porta dietro, o non in grado di avere una vita familiare come tutte le altre. Mentre la realtà è completamente diversa. Troppo spesso si tende a ridurre la persona alla sua disabilità, invece di considerarla nella sua totalità: un genere di violenza che non va in prescrizione e rischia di segnare tutta una vita”.
L’8 novembre scorso, l’Uici ha ratificato la propria adesione al “Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con disabilità nell’Unione Europea”, un documento di rilievo e di notevole valore etico che pone l’attenzione sul contrasto della discriminazione multipla che interessa le donne e le ragazze con disabilità. Il 25 novembre sono state diverse le iniziative anche a livello nazionale tra aperitivi al buio, passeggiate nelle vie con le ‘panchine rosse’ ed eventi di sensibilizzazione.
“Perché non sono mai abbastanza – conclude la presidente, Alina Pulcini – le occasioni che ci permettono di far sentire la nostra vicinanza a tutte le donne che ogni giorno affrontano con coraggio e determinazione la propria esistenza e, in particolare, a quelle con disabilità”.
“Parlo inascoltata nella tua presenza assenza
Urla il silenzio e il dolore lacera l’anima,
offendendo il corpo con ferite, non di lama
ma di un mostro più acuto: la mancanza”
da “Grida il silenzio” di Augusta Tomassini