L’Ambasciatore israeliano e’ stato un ospite della diocesi di Ascoli Piceno. Negli studi di Radio Ascoli TV ha rilasciato un’intervista durante la quale ha raccontato il suo soggiorno.

Buongiorno ambasciatore Oren David. Prima di tutto quale è la sua prima impressione della nostra città e la diocesi?

Sono molto, molto impressionato, oltre ogni aspettativa, impressionato dall’accoglienza sincera e calorosa e per l’affetto e l’amicizia dimostrato verso Israele. Sono impressionato dalla ricchezza di questa città, che non è tanto conosciuta, ma quanta storia. Anche diversificata.. anche storia Ebraica.. perché sono anche andato nella zona dove c’era il ghetto Ebraico.. c’è una comunità al centro della città che è parte integrale di questa città… e la Basilica è meravigliosa.. un vero gioiello.

I nostri ascoltatori sono curiosi di sapere quale è lo scopo della sua visita e sapere come è andato l’incontro con il nostro vescovo Monsignor Giovanni D’Ercole.

Il mio incontro con il Vescovo è stato molto cordiale e caloroso. C’erano anche altri membri del clero, il Sindaco ed anche l’architetto che sta facendo veramente un grande lavoro nella ricostruzione di alcuni edifici che sono stati danneggiati durante il terremoto ed anche nella Basilica. Mi ha tanto colpito l’amicizia che il Vescovo mi ha mostrato. E’ un vero linguista, parla molte lingue. Mi ha emozionato molto quando mi ha mostrato il suo anello, dove c’è un’iscrizione in Ebraico – ‘Mi lascio nelle tue mani’ Lo sa?  è un riferimento a Dio, e lui ha scelto apposta quell’anello dove l’iscrizione era scritto in Ebraico, la lingua della Bibbia. È stato veramente bello.

Come persona giovane vorrei parlare con lei dei giovani. Come lei saprà in Italia c’è una situazione molto grave per quanto riguarda il lavoro e vorrei sapere da lei se l’idea del Kibbutz potrebbe essere un opzione per noi, qual è il suo punto di vista a riguardo.

Credo che molti anni fa i kibbutz in Israele accoglievamo molti volontari da tutte le parti del mondo. È stata un’esperienza meravigliosa e molto arricchente per i volontari. Adesso il numero di volontari si è ridotto anche perché i kibbutz sono cambiati molto. Comunque potrebbe essere un’opzione, anche se non è il mio campo di lavoro, visto che sono l’Ambasciatore presso la  Santa Sede. Forse se a qualcuno può interessare possono contattare il Consolato a Roma. Loro hanno molte informazioni su questo e possono aiutare.

Vorrei sapere da lei, Ambasciatore Oren, come possiamo mantenere contatti con così tante persone che sono così diversi da noi. In questi giorni, anche in Francia, ci sono stati dei fatti che non sono molto positivi per la nostra crescita come Unione Europea ed anche come mondo.

Prima parliamo dei giovani, con o senza lavoro. I giovani di oggi devono sapere che sono molto fortunati, la giovinezza è una benedizione. Tuttavia, credo che i giovani in Israele e quelli in Europa condividano molte cose perché c’è questa energia e voglia di vivere e amore della vita e veramente voglio incoraggiare i giovani Italiani ad andare a visitare Israele e anche i giovani Israeliani a  venire in Italia, cosa che fanno già perché so che vengono in gran numero. Incoraggio ad andare anche dall’Italia verso l’Israele per esplorare le meraviglie di Israele dove  c’è molta varietà. Per tutti i religiosi ovviamente è un luogo speciale, è la terra santa, è importante quando si viene in Israele esplorare anche l’Israele moderno, le sue vibrazione, la sua energia, la sua modernità, la sua creatività nella  cultura, arte, cucina,  danza contemporanea.

Ora, ha menzionato ciò che sta accedendo, si riferisce suppongo all’antisemitismo. È uno choc, è incredibile che dopo l’olocausto qualche cosa di simile possa accadere. Sono atti di barbarie e odio, odio incondizionato. E’ una cosa che non dovrebbe essere tollerata in nessuna società civilizzata. Posso solo citare ciò che Papa Francesco ha detto: che un Cristiano non può essere  antisemita perché poi andrebbe contro se stesso a causa del suo patrimonio ebraico,  e delle radici ebraiche  che appartengono ad ogni cristiano. Concluderei così, che altro si può aggiungere?

Vorrei capire meglio come un Ebreo vede un Cristiano oggi e come possiamo rimanere in contatto tra di noi. Come ha detto prima sembra che siamo veramente vicini, ma sia per religione che per il nostro passato è molto diverso. Come possiamo mettere queste due culture e religioni in contatto tra di loro?

Per il lato culturale siamo  molto simili perché Israele è un paese occidentale. Molte persone in Israele sono religiose ma molte altre  sono  laiche. In questo c’è una somiglianza con l’Italia.  Per quanto riguarda le religioni, sono comunque molto simili perché hanno le  stesse radici in comune, le stesse origini , e gli stessi valori e virtù. Quindi incontri tra Israeliani religiosi e Cristiani  o tra delegazioni  del  Gran Rabbinato di Israele e delegazioni della Santa Sede li vedo come espressione di un  legame naturale. E’ molto immediato e significativo il modo in cui entrambi interagiamo con naturalezza. Abbiamo entrambi un modo molto naturale e cordiale nel parlare  la stessa lingua . Questa è una cosa che dobbiamo ricordarci, condividiamo lo stesso patrimonio, lo stesso legame e questo è stato riconosciuto dai Cristiani nel documento Nostra Aetate del 1965 ed anche nel documento che ne è seguito. Gli Ebrei hanno riconosciuto il legame in una dichiarazione che è stata adottata dalle maggiori associazioni di ebrei ortodossi e presentata a Papa Francesco nell’Agosto 2017. nel quale tutti i rappresentanti e Capi dei Rabbini delle organizzazioni ortodosse nel mondo incluso Israele hanno chiamato i Cristiani fratelli. Papa Giovanni Paolo II chiamò gli Ebrei fratelli maggiore ed i Rabbini hanno chiamato  i Cristiani fratelli in questo documento importantissimo. Così come si riferiscono ai Cristiani come compagni nel riconoscere la fonte divina della Torah (pentateuco) , ed anche nel  cercare di avere un mondo migliore ed nel  concetto di  salvezza. Hanno espresso anche la loro solidarietà verso I Cristiani che vengano perseguitati nel Medio Oriente e la voglia di approfondire la cooperazione tra  Ebrei e  Cristiani .

Qual è il messaggio che vuole lasciare a nostri ascoltatori?

Il concetto principale è che dovete essere consapevoli che in quella parte del mondo c’è un paese che crede negli stessi valori che avete voi: democrazia, diritti umani, libertà, libertà di espressione, libertà di muoversi, libertà di votare ed essere votati, libertà, eguaglianza di genere, eguaglianza delle minoranze sia religiose, che etniche, qualsiasi minoranze. Ed anche di essere consapevoli del legame speciale e unico che esiste tra Ebraismo e Cristianesimo. E come ha detto anche Papa Giovanni Paolo II l’ebraismo è una parte interiore del Cristianesimo.