“Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare”, inizia così la canzone “Ci vuole un fiore” scritta da Gianni Rodari; tutto il mondo nasce da cose piccole, da piccoli gesti, dalla gentilezza e dall’amore.
Lo stesso amore e la stessa passione che gli ospiti dell’Anffas mettono nel lavoro quotidiano di cura della serra e dell’orto. Ci vuole un fiore è un progetto di orto-terapia, ma non solo, in cui ragazzi disabili si dedicano alla cura delle piante; questo tipo di attività rientra tra le terapie occupazionali, che concentrano l’attenzione sullo sviluppo e il mantenimento della capacità di agire delle persone, l’orto diventa quindi uno strumento che insegna la pazienza, l’operosità, ma soprattutto la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità attraverso il “saper fare” e il “saper prendersi cura” e la crescita di un ortaggio è il risultato tangibile della propria capacità.

L’iniziativa è stata realizzata, a cominciare da giugno 2018, dall’ ANFFAS di Ascoli Piceno, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e proseguirà fino a giugno 2020.
Gli ospiti, assistiti dal personale educativo qualificato e da un agronomo, svolgono mansioni come la semina, la raccolta dei frutti e dei fiori, negli spazi messi a disposizione dell’Associazione “Amici nella natura”; queste attività permettono ai ragazzi disabili di avere un ruolo attivo e di sviluppare abilità e competenze che contribuiscono a migliorare lo stato di salute e la loro qualità della vita, favorendo la socializzazione e l’attività motoria.

“Ci Vuole Un Fiore” è un progetto dedicato ai disabili, sulla bellezza, sul rispetto della natura, la conoscenza di essa, in tutti i suoi elementi, infatti comprende anche attività di Pet Therapy realizzate in collaborazione con l’associazione “Impronte Pet- Therapy” e di modellazione della creta, seguita dal maestro Alessandro Lisa.

L’Anffas di Ascoli Piceno è felicissima dell’opportunità che questa iniziativa ha concesso; è motivo di grande orgoglio vedere risultati positivi in termini di autonomia e di miglioramento di qualità di vita dei ragazzi, che a distanza di un anno diventano sempre più competenti e autonomi nel gestire gli spazi e gli attrezzi, nel muoversi e soprattutto nel curare le piante.