Una delle note maggiormente positive di questo inizio di campionato è sicuramente quella legata a Vasile Mogos, terzino destro classe 1992 dell’Ascoli Picchio. Dopo l’allenamento al Picchio Village, Mogos ha parlato in conferenza stampa della sua avventura bianconera. Il tutto, sfoggiando un nuovo ‘taglio di capelli’, praticamente rasato a zero, che è saltato subito all’occhio dei presenti, addirittura al ds Cristiano Giaretta che, scherzando, ha detto: “Ho pronta una multa per lui”.
Mogos, come mai questo taglio di capelli?
Così, guarda che lo scorso anno di questi tempi ero anche un po’ biondo.
Passiamo subito al calcio giocato. Un po’ di fatica l’anno scorso, quest’anno sei partito bene..
Vero, ho sentito attorno a me tanta fiducia.
Grande partita con il Chievo, poi male un paio di uscite con Cittadella e Pro Vercelli e di nuovo benissimo nelle ultime tre gare. Manca la continuità?
Esatto, centrato in pieno. Sento che manca questa cosa. Sento e capisco quando faccio partite degne ma anche quando sbaglio qualcosa di troppo. Devo migliorare nella continuità senza dubbio.
Il direttore sportivo Giaretta, che ti ha fortemente voluto ad Ascoli a gennaio, ha detto che ti vede maturato ed anche che sai cosa fare con la palla tra i piedi..
Lo ringrazio, in effetti con questo staff tecnico lavoriamo molto anche sul possesso. Io sono fortunato perché il mio primo allenatore mi insegnò a giocare con questi moduli, ma anche con certe posizioni da coprire ed incarichi simili.
Mister Maresca, invece, ti ha messo nella lista di quelli che maggiormente hanno sorpreso per la crescita..
Fa piacere, indubbiamente. Bisognerà continuare a crescere senza fermarsi. Ad esempio, sembra una cosa stupida, ma io soffro tantissimo il caldo, per questo ora sto meglio. Sia in Romania, maggiormente, che ad Asti il clima è più freddo. Appena inizia il caldo ho sempre mal di testa. Non è una scusa ma faccio fatica. Con questo clima già mi sento meglio e si vede, anche di umore.
Ti manca la Romania?
Ci torno d’estate, ma poco. So perfettamente che una volta che si è andati via tornare è impossibile. Anche i miei amici di la sono tutti sparsi per il mondo. Li porto con me nel cuore e sulla pelle con i tatuaggi, ma sono cosciente che non tornerò stabilmente, il mio posto ora è qui in Italia.
Come te la sei cavata con l’italiano?
Bene dai, mio padre quando parliamo troppo in italiano si arrabbia, dice che non si dovrebbe mai dimenticare di parlare la propria lingua d’origine. Riprende anche mia sorella quando parla troppo l’italiano. Io ho avuto dei problemi in inglese, soprattutto a scuola. Frequentavo l’itis, anche se dopo la terza media oltre al calcio ero bravo nel disegno. La prof di inglese non mi ammise agli esami di quinto convincendo le altre materie ad abbassarmi i voti. Tranne quell’episodio non sono stato mai bocciato, mai a settembre con alcun debito. Poi arrivò il calcio e lasciai perdere la scuola, ma ho promesso a mia madre che prenderò il diploma.
A quale giocatore ti ispiri, ci hai mai pensato?
In realtà no, lavoro sulle mie di capacità. Poi certo, se si pensa ad uno nel mio ruolo si dice Dani Alves. Oppure, se si parla di calcio in generale, ovviamente viene fuori Cristiano Ronaldo tra i miei preferiti. Ha una cultura del lavoro stupefacente.
Il tuo sogno?
Non si deve dire, anche perché si dice che porta male, ma certamente è giocare con la Nazionale rumena.
Matteo Rossi