Secondo pareggio consecutivo per l’Ascoli Picchio. Dopo il Palermo in casa, adesso contro la Salernitana all’Arechi. Soprattutto, ancora una volta i bianconeri escono dal campo senza aver subito gol. Su 8 giornate, Lanni non ha raccolto la palla all’interno della propria rete per ben 4 volte (Pro Vercelli, Cesena, Palermo e Salernitana) mentre contro Cittadella, Empoli, Novara e Frosinone sono stati incassati 9 reti. Quella beffarda al 95′ contro la squadra ciociara è stata l’ultima dei bianconeri, ma anche quella è arrivata dopo una gara dove la squadra di Fiorin e Maresca ha tenuto per le briglie il cavallo di Longo. Quindi, quali sono stati i miglioramenti?
Sicuramente si parte dalla forma migliore di Gigliotti e Mogos. Il primo lo scorso anno per problemi fisici non sembrava sempre essere convinto in mezzo al campo, anche se l’attenzione non era mai mancata nelle partite. L’altro, arrivato a Gennaio e chiuso da Almici, ha combattuto contro l’impatto con la Serie B, venendone fuori in queste prime giornate come un terzino diverso. Probabilmente, anche il fatto di sentirsi addosso tanta fiducia ha fatto si che il terzino rumeno abbia aumentato la qualità delle sue sue prestazioni. Con loro, oltre a Mignanelli che ha fatto la sua parte anche lo scorso anno, c’è Padella, nuovo general della difesa in mancanza di Mengoni. Una cosa è certa, quando Mengoni risolverà i suoi problemi fisici riacquistando la condizione, sarà dura giocarsi il posto con Gigliotti e Padella.
Dal punto di vista tecnico-tattico, dalla partita di Cittadella è cambiato tanto. Innanzitutto il modulo. Se è vero che la linea difensiva comunque rimane a quattro sia nel 4-2-3-1 che nel 4-3-3, è anche vero che con uno schermo di due mezzale la copertura è diversa. Chiariamo subito un concetto: la difesa non è solo l’ultima linea prima del portiere. Nel calcio moderno la fase difensiva, composta quasi da undici giocatori per intero, è da prendere in considerazione nel totale più che il reparto in se. Dicevamo, il centrocampo a tre ha aiutato molto gli esterni, penetrati come una pornostar al Tombolato. Lì i due esterni d’attacco erano soliti attaccare troppo alta la manovra del Cittadella, intestardendosi su un pressing a tempi sbagliati, mentre ora l’idea di attaccare il primo giocatore in possesso palla a centrocampo è stata giustamente accantonata. Meglio aspettare, quando si può, che loro vengano da noi trovando la mezzala ed il terzino (due difensori!) a contrastare una giocata.
La linea dei quattro dietro, comunque, è davvero coraggiosa. Con il passare delle giornate aumenta sensibilmente il coraggio di rimanere alti. A Salerno, ad esempio, tre gol annullati ai granata su cross che trova attaccanti in area da soli, ma in offside. Sempre all’Arechi, dalla postazione stampa ancora di più, è stato uno spettacolo vedere la linea di difesa, mossasi in linea ma anche come se le pedine fossero attaccate insieme da una corda invisibile. Sicuramente la miglior partita dell’Ascoli su questo tema da inizio stagione.
Infine, nell’attacco e nella costruzione. Passaggio fondamentale è la rimessa dal fondo di Lanni. In quel caso, la squadra si apre tantissimo. Se si fa attenzione, si nota che spesso neanche Buzzegoli stesso va a prendersi la palla dietro. Si gira ai centrali, nel caso, e sul primo tocco la squadra si apre sul campo nel giro di un secondo. Curioso è anche il fatto che i bianconeri, su rimessa, si allargano come detto, lasciando il cerchio di centrocampo completamente vuoto. Questo non solo per giocare sulle fasce o robe del genere, ma più per muovere i marcatori centrali di centrocampo. Quelle zolle non rimangono tuttavia vuote, ma sono pezzi di terreno che i terzini prendono venendo a giocare in diagonale. Quante volte nelle ultime giornate abbiamo visto Mogos andare in verticale in mezzo al campo? E quante volte, dopo questa giocata, gli avversari trovandosi scoperti lo hanno attaccato e la sua palla scaricata sull’esterno ha portato alla superiorità numerica?
Difesa di contenimento ma anche di costruzione. Fiducia e condizione. Sicuramente il lavoro del duo Fiorin-Maresca in fase di non possesso è stato votato ovviamente al non prenderle, ma anche al ripartire in maniera sempre organizzata. Quello che non deve mancare in questo tipo di gioco è l’essere nella partita, la concentrazione continua. Oltre a questo, capire che il momento d’oro del non prendere gol può passare, quindi l’aspetto psicologico può pesare quando un assistente sbaglierà un fuorigioco, o quando rivedendo le immagini potrà scorgersi un errore di linea da parte di un singolo che ha portato al gol. Lì non bisognerà mollare. In effetti, quello che hanno sempre detto i mister è stato: “Per questo calcio di vuole coraggio”. E la difesa, per adesso, ha dimostrato di averne.
Matteo Rossi
Foto[Lega B]