Ad un anno esatto dal terribile sisma che colpì il centro Italia le lancette sembrano essersi fermate e lo stato di emergenza in cui vivono decine di migliaia di cittadini è divenuta una tragica quotidianità. E’ questo il messaggio emerso dal convegno “Il terremoto fra codice appalti, anticorruzione e ricostruzione. Il punto ad un anno dal sisma del 30
ottobre“, organizzato da Unaep (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici) ad Ascoli Piceno. L’incontro ha visto la presenza delle autorità locali che hanno testimoniato le difficoltà sul tema della ricostruzione post sisma. Dall’applicazione del codice appalti ai rischi della corruzione ma soprattutto alle mille difficoltà burocratiche nell’avviare la ricostruzione delle zone devastate.

Nel suo intervento di saluto il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, ha tenuto a “ringraziare Unaep per aver scelto la sede di Ascoli trattando qui un tema particolarmente azzeccato”. Il terremoto, ha detto il primo cittadino, “è come una prova da sforzo, sollecita in maniera rilevante tutti i gangli dello Stato e fa affiorare tutto ciò che non funziona. In questa occasione, purtroppo, è emerso uno Stato incapace di restituire il vantaggio pubblico che la gente si aspetta in questi momenti”, ha
sottolineato con amarezza Castelli, che ha ricordato come a 365 giorni di distanza dal terribile sisma “si continua ancora a parlare di emergenza e non di ricostruzione”. La Regione Marche, solo per citare alcuni dei dati snocciolati da Castelli, con l’area del cratere più vasta, ha stimato un totale 1,1 milioni di tonnellate di macerie. Su 87 Comuni colpiti, spiega il sindaco di Ascoli, “sono ancora 52 quelli del cratere che continuano ad avere macerie sul proprio territorio. Solo nella città di Ascoli, a un anno dal terremoto, non meno di tremila persone, su una popolazione complessiva di cinquantamila, stanno ancora aspettando di capire se la propria abitazione sia utilizzabile o meno”. A poco o nulla serviranno quindi l’1,2 miliardi di euro assegnati pochi giorni fa dal Fondo di Solidarietà europeo che pure, giurano da Bruxelles, rappresentano il più alto contributo assegnato ad uno Stato membro dell’Unione per questo tipo di emergenze. “Questi soldi impiegheranno anni di passaggi burocratici prima di arrivare concretamente nei territori e noi non possiamo più aspettare”, ha chiosato Castelli.

Per il presidente di Unaep, Antonella Trentini, “i danni ai territori difesi dall’avvocatura pubblica rappresentano una ferita anche per noi e per questo abbiamo scelto Ascoli come sede non solo simbolica ma concreta per testimoniare la vicinanza di Unaep ai territori colpiti dal sisma”. La Trentini si è soffermata sul ruolo delicato di garanzia della legalità
rappresentato dall’avvocatura pubblica. “E’ fondamentale garantire l’autonomia e l’indipendenza necessaria per poter dire al proprio Ente che sta sbagliando prima di arrivare ad un giudizio”, ha detto il presidente dell’Unaep. “L’amministratore lungimirante è ben contento di questa funzione di legalità, quello meno lungimirante scioglie l’Avvocatura e su
questo chiediamo maggiore attenzione dal parte della Magistratura. Un danno all’avvocatura pubblica è un danno a tutta la cittadinanza”, ha concluso la Trentini.

A sottolineare i rischi di infiltrazione criminale nella fase di ricostruzione è stato Alfonso Bonafede, deputato M5S e vice presidente commissione Giustizia della Camera. “Da legislatore voglio sottolineare che il vero problema del codice appalti è la chiarezza interpretativa delle regole stesse”. Il codice, ha ricordato il deputato grillino, “soltanto nel primo anno è stato sottoposto ad oltre 300 modifiche e 167 correzione di errori grammaticali. Da un punto di vista politico – ha aggiunto Bonafede – vorrei vedere un dibattito politico che individui dei criteri centrali nell’antisisma, perché bisogna smetterla in Italia con la logica del dopo”. Sul tema della corruzione Bonafede ha ribadito la proposta del Movimento di
introdurre un daspo per gli imprenditori condannati per corruzione. Proposta che non trova d’accordo il sindaco Castelli, “il nostro sistema ha bisogno di stima e reputazione e non di caccia alle streghe. Gli amministratori vanno messi nelle condizioni di assumersi decisioni e non rischi”. In difesa delle nuove norme introdotte dal codice degli appalti attuale è
Alessia Morani, esponente del Partito Democratico nella commissione giustizia di Montecitorio. “Quello delle Marche è un sisma sui generis per il numero di comuni coinvolti, per vittime e per come si è sviluppato. L’emergenza e la ricostruzione devono andare su due piani diversi, la prima ha funzionato ma ora il nodo è cominciare la seconda fase. Nelle Marche abbiamo deciso di ricostruire laddove erano le case senza creare le strutture altrove e questa è una partita difficilissima”. Difficoltà confermata anche da Anna Casini, vice presidente della regione Marche, che ha smentito la presenza di persone che ancora vivono in camper o in macchina. “Una famiglia media arriva a prendere circa mille euro al mese come contributo per il disagio. Molti vivono ancora negli alberghi di San Benedetto del Tronto ma nessuno nei camper o in macchina”.