“Buon compleanno, Tommaso Bianchi“. Questo è il nostro saluto e augurio al centrocampista bianconero. Il suo, di risposta, è un “grazie mille” affettuoso. Arrivato in anticipo in sede d’intervista nel giorno del suo ventinovesimo compleanno, l’ex Leeds ha lo sguardo fiero e la tranquillità da giocatore navigato. Non può che essere così, e questo suo arrivare in anticipo si può tramutare perfettamente nelle doti in campo ma anche nel pensiero anticipato rispetto a tutti (compagni, tifosi e società stessa) su quella che era la sua situazione: “Io ho sempre creduto dentro di me di poter restare – inizia Bianchi – Non ho mai avuto dubbi, sono stato sempre con la testa bassa a lavorare”.
Eppure, Tommaso, è stata un’estate difficile..
Particolare, certo, con momenti difficili. Sono stato messo sul mercato, non è stata una mia decisione. Ma sapevo di poter rimanere, ora voglio concentrarmi solo sul presente, che è quello che deve fare un professionista. Non penso ne al passato ne al futuro.
Come ti senti fisicamente?
Bene, sono in condizione. Io sono uno di quei giocatori che deve avere continuità per stare bene fisicamente. Ho bisogno di giocare, sempre e tanto.
In questa Serie B c’è bisogno di tanta corsa, ma anche del miglior Bianchi. Come vedi il campionato della squadra e il torneo in generale?
Nonostante siamo in fondo alla classifica bisogna ammettere che tutte le squadre sono vicine tra loro. Una vittoria può portarti su. Il campionato è davvero anomalo e delicato. Forse da questa giornata un pelino si inizia a poter intuire quali squadre lotteranno per quali obiettivi. Ci sono parecchi grandi organici, ma fanno fatica.
E l’Ascoli?
Dobbiamo migliorare nel far gol, scelta di ultimo passaggio, finalizzazione ma anche in qualche movimento in difesa.
A Bari il movimento in difesa, come per tutti i reparti, è stato ottimo per i primi quaranta minuti..
La sensazione dal campo era che avevamo in mano il pallino del gioco. Dopo un mese e mezzo senza sconfitte, perdere così fa un po’ male, soprattutto prendere tre gol in questo modo.
C’è da dire, però, che abbiamo giocato in undici contro dieci..
Però forse potevamo fare qualcosa di meglio nel secondo tempo. Non sta scritto da nessuna parte che in inferiorità numerica devi per forza prendere tre gol.
C’era l’espulsione di Gigliotti?
Non so quanto sia giusta, lo ammetto, però è innegabile che ha cambiato la partita. Gigliotti ha subito un fallo prima di commettere il suo, è stato sbilanciato. Non è entrato in maniera cattiva, anzi si è visto anche che alla fine ha quasi cercato di tirarla via la gamba. Rosso esagerato.
Lì è cresciuto il nervosismo generale. Cos’è successo con il dirigente del Bari nel tunnel degli spoglatoi?
Ammetto che ero lontano, non ho visto granché. Però si, eravamo nervosi, l’aria era un po’ pesante. Volevamo il risultato.
Che poi, c’è stato anche un fallo in area del Bari su di te. Avete protestato in campo..
Mi ero inserito bene, lo sgambetto c’è stato e sono caduto dopo essermi sentito toccare da dietro. Per me era rigore netto, anche perché eravamo sul 2-0 e si poteva riaprire la partita. La giornata è stata parecchio sfortunata, diciamo così.
Molto sfortunata. Basti pensare anche all’autogol e prima ancora al tiro di Galano deviato in rete..
Quello l’ho deviato io, per giunta, Una deviazione fondamentale: Lanni l’avrebbe presa sicuramente quella palla. Poi, con il mio tocco, si è trasformata in una parabola sotto l’incrocio.
Cambiamo pagina. Sabato si sale a Carpi. Seconda trasferta in due giornate. Cosa ti aspetti?
Loro sono una squadra molto quadrata, difficile da affrontare in casa. Si difendono bene e ripartono in contropiede molto velocemente con gli attaccanti. Noi abbiamo consapevolezza di ciò che siamo, andremo a giocarci la vittoria, come sempre.
A Bari ha esordito un tuo compagno di reparto, Samuele Parlati..
Per molti sarà stata una sorpresa, per me assolutamente no. So benissimo in che modo si allena e ogni giorno si percepisce che Samuele può diventare un gran giocatore. Mi ha stupito la sua personalità che ha messo in campo in uno stadio come quello del San Nicola, che può mettere timore.
In rosa, come del resto negli ultimi anni, ci sono tantissimi giovani interessanti. Come ti trovi con loro e, soprattutto, chi ti sta piacendo maggiormente?
L’anno scorso ce n’erano tanti, e adesso giocano tutti in Serie A. Ma anche due anni fa con Jankto e Petagna che erano qui c’era tanta qualità. Mi hanno colpito Clemenza, ma anche D’Urso e Favilli, Varela che ha grande potenziale. Non ci dimentichiamo Cinaglia.
Cinaglia è qui da diversi anni..
Si, sembra vecchio forse perché ha pochi capelli, ma è sempre un giovane e sinceramente quest’anno ha trovato il suo ruolo, quello di terzino destro.
Parlando di “vecchi”, recentemente Daniele Cacia ha detto che tu sei uno dei suoi pochi amici veri nel mondo del calcio. Ti ha fatto piacere?
Assolutamente. Lo sento spesso, così come Gigi Giorgi. Loro sono amici veri, non è facile trovare in questo lavoro amicizie così, che vanno oltre il campo. Spero che anche lui torni a giocare così che possa battere il record di marcatori in Serie B.
Domandona finale. A giugno scorso Bianchi è stato messo sul mercato, a settembre non è andato via, infine si è conquistato con il lavoro la maglia da titolare. A gennaio cosa accadrà?
Non sono domande a cui posso rispondere io. Ho sempre un anno e mezzo di contratto. Quello che sarà ci penserò poi. Come ho detto sopra, non voglio pensare ne al prima ne al dopo, ma solo al presente.
Matteo Rossi