Dovuta premessa. Non esiste un modo migliore o peggiore per allenarsi, sono solo modalità diverse e nel diverso si possono riscontrare caratteristiche affini e cambiamenti. Questo è accaduto ai giocatori bianconeri in questa settimana, trapassati dal calcio di Maresca e Fiorin a quello di Serse Cosmi, al Del Duca come al Picchio Village.

La squadra aveva iniziato questo campionato con l’indissolubile caratteristica del possesso palla, dogma fondamentale della filosofia calcistica dei primi tecnici. Anche gli esercizi, da luglio in poi, sono stati votati sia atleticamente che tecnicamente a questo modo di giocare. Con Cosmi l’affinità è sicuramente l’utilizzo della palestra al centro sportivo, inizio di sessione che rimane in simbiosi. Sul lavoro atletico, lo spostamento sul campo era accompagnato sempre dall’utilizzo del pallone. I volgarmente chiamati “torelli”, o giochi di possesso, erano ampliati da scatti e forza che si alternavano al gioco di possesso. In questa settimana cosmiana, il preparatore atletico Manuel De Maria ha lavorato molto sul fisico a prescindere dal pallone, cercando di inserire nei primissimi movimenti di sessione anche quei giocatori che in un secondo momento avrebbero lavorato a parte (vedi Bianchi, Buzzegoli e Varela nella fattispecie).

Il cambiamento di Cosmi sulla parte atletica dovrà essere notevole. La preparazione fisica dei bianconeri era votata ad un certo tipo di gioco, programmata e definita con il passare del tempo. Al fronte del momento e della filosofia del tecnico perugino, ora i giocatori dovranno lavorare su una condizione fisica votata ai raddoppi, all’inseguimento della palla e dell’uomo, al non mollare un pallone. Questo lo si evince anche dalle urla che riecheggiano al Picchio Village. Maresca e Fiorin, durante gli esercizi, parlavano molto e sempre nell’ottica di chi possedeva il pallone. In questa prima settimana, le urla di incitamento e le attenzioni del nuovo staff tecnico sembrano rivolte quasi sempre a quel giocatore che nell’esercizio deve recuperare il pallone, cosa da fare sempre al massimo delle proprie possibilità (e talvolta anche di più). Per entrambi il gruppo viene sempre diviso in due o tre sottogruppi, in modo da poter far lavorare intensamente e continuamente tutti gli attori per ogni esercizio. Tempi di lavoro. Calcolando il momento, gli infortuni e la posizione di classifica, Cosmi non ha ancora dato una sterzata totale al tempo di allenamento. Lungo si, di intensità, ma anche l’intelligenza di non stravolgere le cose di colpo rispetto ad un lavoro portato avanti per mesi.

Tanti sono gli esercizi dove gli interpreti si trovano 1v1 oppure 2v2. La sponda esterna negli esercizi di possesso è rimasta, con il sopra citato dogma di possesso palla che non può essere trasfigurato in fulmine offensivo in una settimana. Una sottigliezza che però può essere significativa è il modo in cui si aprono le partitelle a campo ridotto: non si parte quasi più con la palla a terra bensì da Lanni, o un altro portiere, che rinvia alta la palla in mezzo al campo dove i giocatori di movimento dovranno contendersi il primo possesso. Non meglio, ne peggio. Cosmi sta portando ovviamente il suo essere allenatore nella squadra, cercando una salvezza che passerà ovviamente anche per il mercato di gennaio.

Matteo Rossi