Da una settimana ed un giorno il nuovo tecnico Vincenzo Vivarini sta allenando nel ritiro di Cascia la squadra bianconera in vista della nuova stagione di Serie B. Al netto del ritardo con cui è partita la stagione sportiva stessa dal punto di vista del campo, il tecnico ex Empoli sta cercando di imprimere il suo credo calcistico ai giocatori dell’Ascoli Calcio.
In ritiro doppie sessioni, questo ormai vale praticamente per ogni staff tecnico nel tempo di preparazione estiva. Gli allenamenti aerobici e fisici si alternano con quelli tecnico-tattici. Il pallone si vede a fasi alterne: questa volta non si predilige il neologistico pensiero di legare la preparazione fisica a quella tecnica con l’utilizzo del pallone. Chiariamo, il pallone c’è, ma Vivarini ed il suo staff non stanno disdegnando una sana e vecchia corsa, divisi in gruppi, con ripetute ed allunghi.
Dal punto di vista tattico, nei due test d’allenamento e nelle esercitazioni Vivarini si muove nettamente nei principi di movimento, specificatamente nel 3-5-2 che spesso si apre a ventaglio a destra o sinistra, il tutto (si cerca) in sincronia. Da punto di vista del baricentro, sicuramente siamo attenti all’idea bielsana che, tra lo attendere chiusi dietro ed il recupero alto del pallone si va sempre al recupero alto del pallone. Interessante vedere, almeno nei test, come addirittura durante il giro palla difensivo avversario non sono le due punte ad uscire sul centrale, bensì la mezzala di riferimento, oppure addirittura il play Buzzegoli, con le due mezzale che si chiudono sulla linea di centrocampo.
Una delle parole più utilizzate da Vivarini in questa settimana è stata sicuramente “transizione”. Il lavoro sulla fase difensiva è stato sicuramente accurato e certosino. L’idea è di muoversi guardando più il pallone che l’avversario, con la linea unica che ovviamente deve agire in simbiosi. Recupero palla e via a cercare la punta o le mezzale. In questo caso in particolare, interessante è vedere come si lavori con tre “old school” (Padella, Mengoni e Brosco) e tre giovincelli (De Santis, Diop e Quaranta) e le varie mescolanze di questi giocatori che provano e riprovano i vari movimenti.
“Intensità e qualità”. Queste le urla anche del vice Monticciolo. Lui e Vivarini si direbbero essere davvero interessati anche al ritmo. “Non ti attacca nessuno? Aspetta e vedi la giocata”. Tenerla, non troppo perché i ritmi del calcio sono calzanti, ma sicuramente andare sempre al 120% non è sempre sinonimo di vittoria assicurata o buona riuscita dell’azione. Non si deve sempre correre, bisogna vedere anche “come” si corre. E metterci qualità. Se la frenesia dell’intensità di fa sbagliare meglio prendersi quell’attimino in più.
Ah giusto, “Qualità!”, così è terminata la settimana. Con Vivarini che si è reso conto che, tra la rosa ampia, ci sono dei giocatori che hanno sorpreso anche lui e di cui non vorrebbe separarsi. Tardivo, sofferto e ancora lungo, ma il ritiro bianconero è al giro di boa (o poco più) e certo sembrano spalancarsi le porte di un’annata tattica alquanto interessante.
Matteo Rossi