“Queste cose non mi piacciono”. Così nella sala stampa dello stadio “Zaccheria” il neo tecnico dell’Ascoli Calcio, Vincenzo Vivarini, ha risposto alla domanda su Bright Addae e la sua espulsione durante l’amichevole giocata dai bianconeri contro il Foggia.

Nasconderlo è inutile, dal primo anno in cui è arrivato a vestire la maglia bianconera, il primo anche dell’ex presidente Bellini, il ghanese ex Parma ha dominato fisicamente il centrocampo ascolano. A volte con qualche “colpo di testa” di quelli che fanno urlare alla pazzia, proprio come quello allo Zaccheria, ma moltissime altre volte Addae ha chiuso trame, recuperato palloni, piazzato una diga a centrocampo, messo fisicità, tiri da fuori e, soprattutto, la tifoseria ascolana ha capito che Addae possiede la qualità più importante di tutte per sopravvivere nel Piceno: mettere in campo molto più del massimo ad ogni momento.

Ora però qualcosa in più deve scattare. Si, al livello mentale. Non che si stia parlando di un tipo scarso, ma con Vivarini sicuramente il livello di calcio giocato è cambiato,si è alzato. Ora ci vuole quello sforzo in più di capire che, anche se il gioco proposto da un tecnico non è cucito su di te, se si vuol diventare davvero forti bisogna anche sacrificare la propria mente per imparare a giocare in altri modi. Nello scorso anno con il duo Maresca-Fiorin il ghanese era stato messo in panchina nelle prime giornate ed il pensiero era analogo: “Con questo tipo di gioco lui non può giocare”. Poi è arrivato Cosmi e sicuramente il lavoro da fare in campo è tornato a lui più congeniale. Manca quello, il salto di qualità al livello di sacrificio non solo per quello che si sa fare, ma soprattutto per quello che non si sa fare. Probabilmente le diverse voci di mercato hanno particolarmente innervosito il centrocampista in questa pre season. Chiusa la questione, maturità tattica in campo. Perché i “colpi di testa” devono prendere il pallone e non qualche strigliata dal proprio mister.

Matteo Rossi