Le Marche frenano e fanno segnare il passo alla vendita dei nostri prodotti all’estero. Un dato che è in controtendenza rispetto alla maggioranza delle regioni italiane, con le esportazioni che in Italia aumentano del 3,7 per cento. L’export marchigiano è diminuito tra gennaio e giugno di 27,5 milioni di euro, pari allo 0,5 per cento con i settori manifatturieri che perdono l’1,2 per cento. Peggio delle Marche solo Sardegna (-0,7), Lazio (-2,3), Puglia (-3,8). Liguria (-9,0). Sul fronte opposto l’exploit della Calabria (+38,7 per cento) e del Molise (+34,3 per cento). Crescita a due cifre anche per Friuli, Sicilia, Basilicata, Valle D’Aosta.

A preoccupare” commenta il presidente Cna Marche Gino Sabatini “è sopratutto il passo indietro della meccanica che perde 87 milioni di euro di merci esportate pari all’8,6 per cento. Forte anche la contrazione degli articoli farmaceutici ma qui a incidere è quasi esclusivamente il traffico di perfezionamento passivo di un’azienda con sede ad Ascoli che trasferiece i prodotti alla casa madre belga.”

Negativi anche i dati dei prodotti in legno (-14,6 per cento), dell’agricoltura (-11,9), della chimica (-5,3) e del tessile, abbigliamento e calzature (-0,7). Crescita modesta per gli altri settori, con un’impennata dei prodotti in metallo (+20,4 per cento).

Il fatto che segnino il passo le produzioni del made in Marche nei distretti tradizionali della regione” precisa il segretario Cna Marche Otello Gregorini“ non è una bella notizia e solo il mobile registra una modesta crescita sui mercati esteri. Stiamo perdendo terreno rispetto alle regioni con una struttura produttiva simile alla nostra. Per invertire la tendenza occorre unire gli sforzi di Regione, Camera di Commercio, associazioni di categoria per poliotiche di sostegno all’export sempre più mirate ed efficaci, puntando su mercati consolidati ma anche su quelli dove esiste un più ampio margine di crescita ”

Per quanto riguarda i maggiori mercati di destinazione delle esportazioni manifatturiere delle Marche, si osservano diminuzioni importanti delle vendite marchigiane in Belgio (-17,7 per cento) e negli Stati Uniti (-15,4) imputabili in entrambi i casi al calo delle vendite di prodotti farmaceutici. In forte crescita l’export verso la Germania (+10 per cen to) che resta il principale mercato per le nostre merci. Al secondo posto il mercato francese, dove l’export dei prodotti amrchigiani cresce nei primi sei mesi del 2018 del 7,6 per cento. In aumento anche l’export verso lAlbania (+21,6), ,la Turchia (+14,4), la Svizzera (+12,5)e l’Austria (+11,3). Il nostro principale mercato di riferimento pè sempre l’Europa con 4,2 miiardi di merce esportata (+2,3 per cento) mentre perdiamo colpi in America 8-10,8) e in Asia (-11,9).

A livello territoriale si registra la forte diminuzione dell’export ad Ascoli Piceno a causa della farmaceutica. Fermo perde il 2,1 per cento, Macerata è stabile mentre le esportazioni aumentano ad Ancona (+2,5) e a Pesaro-Urbino (6,9).