Venerdì 6 dicembre 2019 alle ore 21:00 presso l’Auditorium Montevecchi ad Ascoli Piceno andrà in scena lo spettacolo “Francesco e il Sultano. Ainalsharaa-Il pozzo dei poeti” per il sostegno della Campagna Tende di AVSI.

Nata nel 1972, AVSI è un’organizzazione non profit che realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in 32 Paesi del mondo grazie a un network di 34 enti, soci fondatori, e di oltre 700 partner. AVSI lavora per un mondo in cui la persona, consapevole del suo valore e della sua dignità, sia protagonista dello sviluppo integrale suo e della sua comunità, anche in contesti di crisi ed emergenza. Nell’ambito della raccolta fondi 2019, il Centro Culturale Clemente Rebora di Ascoli Piceno propone lo spettacolo “Francesco e il Sultano” in cui due donne affrontano il tema dell’incontro tra le diversità, a partire dall’incontro tra il Santo di Assisi e uno dei più influenti capi dell’Islam.

Nel 1219 Francesco si presenta a Damietta, sul delta del Nilo, al cospetto del Sultano d’Egitto e Siria Malik al Kamil. Non ha in mente strategie per risolvere il conflitto né cerca vie di compromesso: si presenta come semplice cristiano e viene accolto come ambasciatore di pace. Questo episodio di ottocento anni fa, narrato da poche fonti dell’epoca, è stato oggetto di innumerevoli commenti nel corso dei secoli.

Lo spettacolo “Francesco e il Sultano. Ainalsharaa – Il Pozzo dei Poeti” indaga questo avvenimento dall’esito misterioso, tentando di coglierne il segreto: che cosa convinse il Sultano? Che cosa lo conquistò nella figura di Francesco? E in che cosa quest’ultimo trovò il coraggio, la forza, la semplicità di compiere questo gesto? Attraverso parole, musica e canto, Francesco e il Sultano esplora ciò che questo fatto di ottocento anni fa può dire al presente. Per capire che cosa c’è all’origine della possibilità della pace e da quale posizione umana può essere costruita.

Sullo sfondo della narrazione principale, dialogheranno le voci di Mirna Kassis, siriana cristiana di Damasco e Valeria Khadija Collina, italiana convertita all’Islam, cui si intreccerà la musica di Fabio Mina.

Due donne protagoniste di un incontro che si ispira a quello di Francesco e il Sultano e che lancia una sfida che noi, nel nostro presente, non possiamo non intercettare e non sentire come decisiva: è possibile incontrare l’altro senza rinunciare a nulla della propria identità? Di più: se proprio il vivere a fondo la propria appartenenza – sia essa religiosa, culturale, etnica – se proprio essere se stessi fosse l’unica condizione possibile per costruire davvero insieme?

In questo nostro tempo così facile al conflitto, in cui le possibilità sembrano essere solo quelle del muro contro muro o dell’annullamento di sé in nome di un malinteso concetto di “incontro”, la storia di questi due uomini mostra che è possibile una via diversa. Proprio andando a fondo della loro rispettiva fede, trovano il terreno comune su cui costruire: il desiderio di pace, di bene, di costruzione che li costituisce entrambi.

“Francesco e il Sultano” è una produzione Made Officina Creativa con regia di Otello Cenci, in cui si alterneranno brani recitati e cantati, musica e proiezioni di immagini. Le illustrazioni sono di Alice Tamburini, le immagini di Joseph Nenci.

L’appuntamento con lo spettacolo è per venerdì 6 dicembre 2019 alle ore 21:00 presso l’Auditorium Montevecchi di Ascoli Piceno.

Gli interpreti

MIRNA KASSIS

Originaria di Damasco, Siria, dove inizia a studiare canto in conservatorio; nel 2012 si trasferisce in Italia, dove prosegue gli studi musicali presso il Conservatorio di musica Nicolò Paganini di Genova, dove attualmente vive. Specializzata in musica araba tradizionale, si esibisce in numerosi concerti e festival, in Italia e all’estero. In teatro, Mirna è la protagonista di Didone di Enrico Purcell e Aeneas (2013), e ricopre ruoli da attrice non protagonista in opere come L’incoronazione di Poppea di Monteverdi nel 2014, Il nuovo don Chischiotte nel 2015, Così fan tutte di Mozart nel 2016. Il più recente album della cantante è una commistione di elementi classici europei e mediorientali, dando vita ad un progetto che abbraccia due differenti tradizioni.

VALERIA KHADIJA COLLINA

Da giovane è una femminista convinta che si diletta in performance teatrali, per poi iniziare a recitare come attrice professionista. Dopo essersi convertita all’Islam, si sposa e ha due figli. Insieme al marito si trasferisce a Fez, Marocco. In seguito alla separazione torna poi in Italia, dove tutt’oggi vive in provincia di Bologna. Dopo la morte del figlio Youssef, rimasto ucciso nell’attacco del 3 giugno 2017 sul London Bridge, ha fondato l’associazione Rahma, per la promozione dell’integrazione e la lotta contro la radicalizzazione dei giovani musulmani in Italia. È autrice del libro Nel nome di chi, scritto insieme al giornalista Brahim Marad, dove racconta il dramma della vicenda che ha visto coinvolto il figlio e gli avvenimenti che ne sono scaturiti.

FABIO MINA

Riminese dedito alla musica sin da bambino, Fabio si dedica alla composizione dal 2000, per poi diplomarsi nel 2004 al Conservatorio di Pesaro. Durante gli anni del conservatorio, si dedica anche all’improvvisazione musicale di svariati generi. Specializzato in musica antica e sacra, si è concentrato in particolare sul repertorio Sufi e su quello della misticamedievale Hildergarda Von Bingen. Collabora con diversi artisti, come il tedesco Markus Stockhausen e l’italiano Marco Zanotti, sempre alla ricerca della più intima relazione tra musica e spiritualità. È interessato all’utilizzo del suono ambientale, registrando con microfoni, microfoni a contatto e idrofoni i suoni più nascosti e meno riconducibili alla fonte per poi creare ritmi e armonie con cui interagire. Tutti questi elementi contribuiscono a creare un suono, una musica che si discosta dalle visioni più puriste dei generi cercando di collocarsi tra fruibilità e sperimentazione.