Cari sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, sorelle e fratelli tutti, la pace del Signore!
Si apre il cammino quaresimale, tempo di più intensa esperienza spirituale, segnato quest’anno da un “virus” che sta continuando a seminare smarrimento e preoccupazione in tutti. Se ne parla ormai da settimane e ieri anche le autorità della nostra Regione hanno emanato un’ordinanza che chiude scuole e vieta eventi pubblici. I vescovi delle Marche, recependo queste disposizioni che interessano tutti i cittadini, hanno indicato alcune norme da seguire alle quali rimando. Tutto questo ci ricorda l’importanza della prevenzione, della prudenza nei contatti e della saggezza nelle nostre azioni, senza scadere, però, nella sindrome dell’apocalisse planetaria.
Con la presente lettera pastorale intendo anzitutto assicurare la mia vicinanza a voi, cari miei collaboratori, e a tutte le parrocchie, ai ragazzi delle scuole e a ciascuna famiglia perché possiamo vivere questo momento con fede e insieme cerchiamo di essere punto di riferimento sereno e serio per la nostra gente, fuggendo da un duplice rischio: quello di minimizzare l’importanza per la salute di quanto stiamo vivendo e quello di seminare un panico ingiustificato che porta a sentirsi soli e abbandonati. Il vescovo è al vostro fianco e non ha paura del coronavirus! Ciò che più conta è trasformare questo problema in una risorsa e un’opportunità pastorale e spirituale per le famiglie e le parrocchie, oltre che per noi pastori.
Il virus viene dalla Cina, ed allora perché non vivere questi giorni in comunione con i cristiani di quel popolo obbligati da tanto tempo a vivere la loro fede in modo spesso sotterraneo e con diverse restrizioni? Sentiamoci al loro fianco ed offriamo con loro e per loro anche le nostre difficoltà. Impariamo da loro a riscoprire la preghiera personale e la fede vissuta in famiglia pur in condizioni precarie! E’ con questo intento che indico ora alcune linee pastorali che mirano a valorizzare le opportunità che ci sono oggi offerte dalla crisi che stiamo vivendo senza allarmismi ma non sapendo ancora come evolverà la situazione. Qualora venissero riviste le presenti disposizioni, sarà mia cura fornire nuovi aggiornamenti.
- Essendo sospese tutte le attività liturgiche, gli incontri di catechesi e altre manifestazioni religiose, invito i parroci e i loro collaboratori a stare molto vicino alla gente e a essere attenti alle loro preoccupazioni andando a visitare soprattutto quelle persone che più soffrono per il panico che si sta creando. Mettano a disposizione, grazie anche alla Caritas diocesana e parrocchiale, un punto di ascolto per singole persone, perché la gente si pone tante domande e spesso trova risposte sbagliate.
- Le chiese restino aperte come d’abitudine e i sacerdoti si tengano a disposizione per confessioni, colloqui e il ministero della consolazione. Si inviti il popolo a venire personalmente a pregare riscoprendo il valore della preghiera personale e dell’adorazione; la santa comunione va distribuita a quanti la chiedono e va recata anche agli ammalati. I sacerdoti celebrino la messa, senza la presenza del popolo invitando i fedeli alla comunione spirituale. Consiglio di esporre il Santissimo Sacramento in chiesa almeno alcune ore, possibilmente, tutto il giorno e, prima della chiusura della chiesa, i sacerdoti escano e benedicano dal sagrato le famiglie della parrocchia che dalle loro case, ascoltando il suono della campana, si uniscono pregando. Se è bene combattere il coronavirus con la medicina, ancor più è utile con la potenza della preghiera. Non si dimentichi che tutto questo ci deve portare a riflettere sull’indispensabile combattimento quaresimale contro altri virus di natura morale e spirituale ben più nocivi alla nostra vita e questa lotta la si fa con la preghiera, il digiuno e l’elemosina.
- Aiutiamo noi stessi e le famiglie a riappropriarsi non solo della preghiera, ma anche del digiuno della televisione e di altri social media che spesso sono diventati maestri e padroni in casa. Diventino loro maestri il Vangelo e la Bibbia: ogni giorno meditino insieme i testi biblici e recitino il Rosario. I parroci forniscano loro attraverso i socialnetwork un commento alle letture e altri possibili sussidi per aiutare a meglio pregare insieme in famiglia. Si ricordi che partecipare alla celebrazione eucaristica e ad altri momenti di preghiera proposti da TV2000, Telepace, TelepadrePio e altri canali radio e televisivi costituisce un’opportunità da sfruttare il più possibile in questi giorni per dare un senso spirituale anche ai disagi che stiamo vivendo. Tutte queste iniziative dirette alle famiglie possono ben proseguire anche quando sarà finita l’emergenza coronavirus, perché permane una esigenza spirituale da soddisfare con pazienza e perseveranza
- La Quaresima è tempo anche di condivisione e di aiuto concreto. Si metta in ogni chiesa un apposito recipiente per la raccolta di offerte e di altri beni materiali, si inviti la gente a non dimenticare il dovere di contribuire alle necessità materiali della parrocchia, sempre. Si solleciti la gente, in questo momento in cui alcuni, per paura, stanno cercando di ammassare alimenti ed altro, ad avere fiducia nella Provvidenza e a condividere qualcosa di più con i poveri come di solito facciamo in Avvento e in Quaresima.
- Infine, questa sera, Mercoledì delle Ceneri, intendo celebrare la Santa Messa alle ore 18,00 trasmessa tramite Radio Ascoli, in collegamento streaming sulla pagina Facebook della Diocesi e di Radio Ascoli e anche sul digitale terrestre (canale 11 TVRS), perché tutti coloro che vogliono possano collegarsi in rete anche via cellulare. L’emergenza che ci spinge a evitare incontri pubblici in questo momento ci deve far comprendere quanto è importante la comunione fra tutti, i media, se ben utilizzati, possono diventare ripetitori di solidarietà e facilitatori di unità nel reciproco ascolto. A meno di variazioni che comunicherò, la stessa cosa faremo domenica prossima, prima domenica di quaresima, celebrando la messa alle ore 11,00. Questa sera e domenica, saranno collegati con me tutti i parroci nelle loro rispettive parrocchie.
Affido queste suggestioni pastorali alla materna intercessione di Maria, Madre consolatrice che mai abbandona noi suoi figli nella prova e, con affetto, a tutti assicuro la mia preghiera invocando la benedizione speciale per chi è malato e sofferente.
Con affetto, vostro
+ Giovanni D’Ercole