Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, in diretta tv e social, alle 23.25 del 21 marzo, ha annunciato un’ulteriore stretta tesa a far fronte alla fase più acuta del contagio.

“Le misure fin qui adottate – ha spiegato – richiedono tempo perché possano sortire effetti. Sono misure severe, ne sono consapevole, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, per tutelare noi stessi e le persone a cui vogliamo bene. C’è, poi, chi rischia molto di più rispetto a chi viene chiesto il sacrificio di restare a casa: medici, infermieri, forze dell’ordine, uomini e donne della protezione civile, commessi dei supermercati, farmacisti, operatori dell’informazione, impiegati degli uffici pubblici. Tutti lavoratori che, andando ogni a lavorare, compiono un atto d’amore per l’Italia intera.

“Il Governo – ha quindi annunciato Conte – ha deciso dopo un lungo confronto con i sindacati e con le associazioni di categoria – di chiudere nell’Intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Rimarranno aperti i supermercati, i negozi  di generi alimentari (non c’è ragione, dunque, di fare corse agli acquisti), negozi che vendono beni di prima necessità, farmacie, servizi bancari, postali assicurativi, finanziari, i trasporti pubblici e le attività accessorie a quelle essenziali. Al di fuori di questo, sarà consentita solo la modalità smart working. Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo. Ci predisponiamo ad affrontare la fase più acuta del contagio. L’emergenza sanitaria, l’avevamo previsto, sta tramutando in piena emergenza economica, ma a tutti voi dico lo stato c’è, interverremo con misure straordinarie per rialzare la testa e ripartire. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia. Uniti ce la faremo”.