In ottemperanza all’ordinanza del Governo, sono state sospese nella nostra Diocesi, come nel resto dell’Italia, tutte le cerimonie civili e religiose, ivi comprese la Sante Messe. Con questa lettera il vescovo S.E. Monsignor Giovanni D’Ercole, aderendo con tristezza all’ordinanza, esprime vicinanza e sostegno a tutto il popolo dei fedeli e dà le indicazioni per poter superare, in serenità, anche questo momento di difficoltà.

Tra queste, la possibilità di seguire la santa messa da lui celebrata nella cappella dell’episcopio dal lunedì al sabato alle ore 18.00 e la domenica alle ore 11.00 sul canale 111 del Digitale Terrestre (TVRS) e in diretta streaming e diretta radiofonica da Radio Ascoli, oltre che in diretta streaming sulle pagine Facebook di Radio Ascoli e della Diocesi di Ascoli Piceno. Inoltre, il vescovo di Ascoli esorta i parroci a celebrare le Messe a porte chiuse, ma ai consueti orari, perché la gente possa unirsi spiritualmente.

La lettera del presule di Ascoli:

Carissimi sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, carissimi fratelli e sorelle!

Ancora una volta, vengo a mettervi al corrente circa l’evolversi della situazione concernente il Coronavirus, COVID 19. Anzitutto vi ringrazio perché dalle relazioni che i parroci mi hanno inviato; ho notato che le celebrazioni eucaristiche di ieri, domenica 8 marzo, si sono svolte dappertutto nel massimo rispetto delle norme igienico-sanitarie e, com’era prevedibile, con una ridotta partecipazione di popolo. In molti, mi avete confermato lo stato di preoccupazione che si respira e l’importanza della nostra vicinanza ai fedeli in questo tempo d’incertezza e di paura. Avremmo volentieri proseguito su questo cammino, ma la nuova ordinanza del Governo prescrive che su tutto il territorio nazionale sino al 3 aprile “sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”: una disposizione che, interpretata in modo estremamente riduttivo, giunge come un masso a chiudere le porte delle chiese e a metterci tutti in una specie di “quarantena”. Penso e condivido il disagio di chi vede profilarsi la possibilità di restare senza messa. Lungo l’intera giornata di ieri sono rimasto in contatto con i vescovi della CEM al fine di assumere una comune posizione, quando in serata è stato reso noto questo comunicato della Presidenza della CEI: «La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese. Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”. L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica».

Le sofferenze e le difficoltà di cui si parla sono tutte mie; faccio fatica ad adeguarmi all’Ordinanza sapendo quanta gente mi sollecita a non chiudere la porta della speranza della Chiesa in questo tempo d’inquietudine, ma sono confortato dal fatto che anche il Santo Padre per prudenza ha sospeso la celebrazione della messa con la gente. Penso però anche a quante volte, in questi anni in cui la nostra Diocesi ha come tema pastorale “La domenica cuore della comunità”, abbiamo citato la testimonianza dei martiri della città africana di Abitene, uccisi durante la persecuzione di Diocleziano perché celebravano la santa Messa: “Sine dominico non possumus, senza la celebrazione eucaristica non possiamo vivere”. Nutrendo viva speranza che qualcosa possa presto cambiare, con sicura tristezza, ma anche senso di responsabilità per il bene comune, dobbiamo adeguarci a quanto ordinato e, in sintonia con tutti i vescovi della nostra Regione, condivido le seguenti indicazioni pastorali:

1. Vengono sospese, come richiesto, le celebrazioni religiose, ivi comprese quelle funebri che prevedono la partecipazione della gente; non sono però sospese le messe che i sacerdoti continueranno a celebrare alle stesse ore, nei giorni feriali e le domeniche anche se senza la gente, e se possono collegandosi con la gente via radio o Facebook.

2. Eccetto che per le celebrazioni eucaristiche, si mantengano le chiese sempre aperte per distribuire la comunione, per la preghiera personale, e l’adorazione individuale del SS.mo Sacramento , ricordando a tutti di attenersi alle norme di distanza ed attenzione già indicate, per non mettere a rischio la propria e l’altrui salute.

3. I funerali, occasione più facile per il contagio, dovranno essere celebrati senza Messa direttamente al cimitero, alla presenza dei soli familiari, secondo le modalità previste al cap. IV del Rito delle Esequie. Sarebbe però un gesto di solidarietà cristiana che i sacerdoti celebrassero, informando i parenti, una messa in suffragio per il defunto/a, come previsto dal messale romano sempre senza partecipazione del popolo.

4. Ogni giorno, come già indicato in precedenza, prima di chiudere le porte della chiesa, il sacerdote, mentre suonano le campane, esca con il Santissimo Sacramento per benedire la comunità idealmente unita in preghiera.

5. Sono rinviate le visite pasquali alle famiglie come già in precedenza comunicato, mentre per le altre attività pastorali siamo alla ricerca di modalità diverse, che, nel rispetto delle ordinanze, non blocchino la vita della parrocchia. In particolare per la catechesi, renderemo note appena possibili alcune indicazioni che accompagnino i catechisti e quanti seguono il percorso di formazione cristiana usando i media e i social-network.

6. Invito le famiglie a cogliere questo tempo di “sofferenza” come momento opportuno per riscoprire la preghiera in casa meditando sulla Parola di Dio del giorno e recitando il Rosario; i sacerdoti mantengano contatto con loro mediante i social per fornire spunti di commento alla Parola di Dio e di suggerimento per la preghiera manifestando loro concreta vicinanza spirituale in questo tempo difficile, da considerare però non come “uno stop”, ma un modo diverso di fare pastorale.

Si prosegua intanto la novena alla Madonna delle Grazie e a sant’Emidio, fiduciosi nell’aiuto dei nostri Santi Protettori, come pure, in questo mese di marzo, s’invochi particolarmente la protezione di san Giuseppe. Quanto a me, continuo a stare vicino a ciascuno di voi con affetto, condividendo preoccupazioni e speranze. Ogni giorno, per dimostrare all’intera Diocesi la mia vicinanza, celebrerò nella cappella dell’episcopio la santa messa che sarà trasmessa dal lunedì al sabato alle ore 18.00 e la domenica alle ore 11.00 sul canale 111 del Digitale Terrestre (TVRS); in diretta streaming e diretta radiofonica da Radio Ascoli; in diretta streaming sulle pagine Facebook di Radio Ascoli e della Diocesi di Ascoli Piceno.

Infine, permettetemi una riflessione specialmente per voi, cari sacerdoti. Mentre si delinea questo tempo di “non Messa con la gente” sento forte la percezione chiara che nulla sarà come prima nella Chiesa italiana… Questo tempo sarà una chiara linea di demarcazione tra un prima e un dopo… Dio, sapiente e provvidente, in questa tempesta, nella quale,- speriamo solo per poco tempo si torna ad essere in un certo modo chiesa delle catacombe -, ci guida verso un altro approdo dove vuole condurre il suo Popolo perché sia più fedele, più vero, più Chiesa…Mi permetto di indicare a voi, cari miei fratelli, di riscoprire la Messa quotidiana non come una “prestazione d’opera”, ma come il “vero alimento della nostra vita”. Saremo obbligati, nostro malgrado, a celebrare “da soli” per molti giorni: cogliamo l’opportunità di far diventare questo disagio una vera scuola spirituale, atta a farci penetrare nel cuore del mistero eucaristico. Trasformando il problema in opportunità, potrebbe allora essere per noi e per la nostra Diocesi una grazia inaudita. Lasciamoci guidare dallo Spirito di Dio, e viviamo ogni giorno abbandonati con fiducia alla Provvidenza divina, scrutandone i segni misteriosi di misericordia e di salvezza.

Con affetto vi saluto tutti e imploro la protezione e la benedizione di Dio su di voi e le comunità parrocchiali affidate alle vostre cure sacerdotali.

Il vostro Vescovo,

+ Giovanni D’Ercole